Sansepolcro (anticamente Burgus Sancti Sepulchri e Borgo Sansepolcro, da cui la forma vernacolare Bórgo o Bòrgo; erroneamente San Sepolcro o S. Sepolcro) è un comune italiano di 16.012 abitanti della provincia di Arezzo, in Toscana, al confine con Umbria e Marche, insignito del titolo di città nel 1520 da Papa Leone X e il cui gonfalone è decorato con medaglia d’argento al valor militare. È il centro più popoloso e capoluogo amministrativo della Valtiberina toscana. Libero comune prima e poi culla di cultura rinascimentale, ha dato i natali a famosi personaggi quali Dionisio Roberti, Piero della Francesca, Matteo di Giovanni, Luca Pacioli, Cherubino Alberti e Santi di Tito. Posta a nord est di Arezzo sulle rive del Tevere, all’estremo est della Toscana, Sansepolcro svolge oggi il ruolo di luogo di riferimento e di integrazione culturale al crocevia di quattro regioni Toscana, Marche, Umbria ed Emilia-Romagna e quale polo principale di una conurbazione che coinvolge anche il limitrofo comune di San Giustino, in provincia di Perugia. La fondazione del centro abitato viene fatta risalire al X secolo; secondo la tradizione locale fu opera di Arcano ed Egidio, due pellegrini di ritorno dalla terra santa che vi fondarono una comunità monastica. L’abbazia, dedicata al Santo Sepolcro e ai Santi Quattro Evangelisti, è documentata a partire dall’anno 1012, ed è detta sorgere in località Noceati. Le prime fonti storiche parlano di una abbazia benedettina, poi passata – tra 1137 e 1187 – alla congregazione camaldolese, nel territorio della Diocesi di Città di Castello. Attorno al monastero si sviluppò, successivamente, il nucleo del centro cittadino che raggiunse la fisionomia attuale agli inizi del XIV secolo. Un elemento propulsore dello sviluppo del centro abitato fu il privilegio di organizzare il mercato settimanale nel giorno di sabato e una fiera annuale all’inizio di settembre, concesso all’abate dall’imperatore Corrado II nel 1038.